Raja Yoga significa “Yoga regale”: esso è considerato
la tradizione principale, più compiuta, dello Yoga, la sua forma classica.
E' di fatto la
tradizione in cui le metodiche psicologiche presentano il maggiore
sviluppo ed una forma propriamente scientifica.
Il Raja Yoga è
probabilmente derivato da un’analisi e da una rielaborazione scientifica dei
processi indotti dal Kriya Yoga, le quali hanno condotto all’eliminazione del
ricorso alla religiosità e, attraverso un percorso nettamente laico, alla
costruzione di un itinerario percettivo culminante in una trance estatica
ancora più profonda ed estraniante.
Il Raja Yoga richiede
infatti sedute particolari ed uso di metodiche specifiche, nonché una pratica
costante e protratta nel tempo.
Le metodiche del Raja Yoga sono otto:
- due comportamentali, Yama (astensione dalla violenza, dalla falsità, dal furto, dalla lussuria, dall’avidità) e Niyama (purezza, contentamento, frugalità, introspezione e dedizione alla divinità);
- due corporee, Asana (positura del corpo) e Pranayama (sospensione progressiva dell’atto respiratorio);
- quattro specificamente psichiche, Pratyahara (inibizione delle percezioni sensoriali), Dharana (concentrazione percettiva su un unico oggetto), Dhyana (presenza percettiva di un unico oggetto), Samadhi (processo della trance estatica).
Le metodiche psichiche
costituiscono, secondo questa tradizione, lo Yoga vero e proprio: «I tre
processi mentali della dharana,
del dhyana e del samadhi costituiscono lo yoga vero e
proprio; i cinque precedenti anga, possono considerarsi meramente
propedeutici.»
Il suo obiettivo è
l’induzione dello stato di estasi (Kaivalya), in quanto culmine del
processo samadhico o di trance.
Tratto da:
G. C. Giacobbe - La psicologia dello Yoga
Nota: ho cambiato l'impaginazione ed aggiunto il grassetto per facilitare la lettura.
Tratto da:
G. C. Giacobbe - La psicologia dello Yoga
Nota: ho cambiato l'impaginazione ed aggiunto il grassetto per facilitare la lettura.
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