domenica 22 settembre 2013

Rossella Baroncini - Gravità, respiro, ritmo: la spina nella pratica delle asana (seminario 24 novembre 2013 e 30 marzo 2014)


24 novembre 2013 e 30 marzo 2014
 ROSSELLA BARONCINI
Gravità, respiro, ritmo: la spina nella pratica delle asana

Associazione Centro Yoga studio Brixia
Via Nazario Sauro 2b  Brescia

Orario: 9,30 accoglienza - 10,00-13,00  seminario yoga
13,15 buffet - 14,15-16,30 seminario yoga

Costo della giornata Euro 50,00

Per informazioni ed iscrizioni vilma.galli@fastwebnet.it
Cell.3395923425                       www.yogastudiobrixia.it

Per chi viene in autostrada uscita Brescia ovest,percorrere la tangenziale direzione Val Trompia,Ospedale .Quando la strada si allarga nelle vicinanze di un semafor ,tenere la destra per via Franchi,proseguire e attraversare il semaforo .Al secondo semaforo (via Veneto )girare a destra e successivamente a sinistra(si vede una  edicola )Via rossetti , proseguire diritti Via Nazario Sauro 2b .

Rossella Baroncini insegna yoga dal 1987,il suo studio è a Firenze in Borgo Albizi 15  è insegnante affiliata alla YANI. Per altre informazioni: www.rossellabaroncini.com 
Attività professionale disciplinata ai sensi della L14.1.13 n.4 (G.U. 26.1.13 n.2)

venerdì 13 settembre 2013

Il terzo stadio dello yoga: ASANA

Asana, il terzo stadio dello yoga, è un termine che descrive la serie di posture fisiche che costituiscono parte integrante della pratica yoga. Che differenza c'è tra un asana e un esercizio di stretching?
Questa è la domanda più frequente  Il primo è caratterizzato da una cambinazione di allineamento fisico e consapevolezza mentale, il secondo è pura e semplice ginnastica. Una posizione diventa ASANA quando si stabilisce il corretto allineamento tra tutte le parti anatomiche e l'attenzione è rivolta all'interno del corpo nella sua totale interezza. Le tensioni giocano una forte trazione sulle ossa e sulle articolazioni, compromettendo la correttezza delle posture. Questo compromette e intensifica lo squilibrio muscolare, destinando ad alcuni muscoli un maggior carico di lavoro rispetto ad altri. La percezione del nostro sé fisico si  attua proprio su questi modelli di  squilibrio posturale.
Allineare il corpo in maniera corretta, richiede un grande sforzo di attenzione, ha un grande potere sulla mente.
Risveglia l'intelligenza, unifica mente e corpo. Questa armonizzazione psicofisica è il primo frutto dello yoga così tangibile, attuato da sé stessi per opera dello yoga .

lunedì 9 settembre 2013

Il secondo stadio dello yoga: NIYAMA

Niyama, secondo stadio dello yoga, comprende le cinque caratteristiche fondamentali che stanno alla base della pratica yoga. Queste caratteristiche forniscono il carburante che mette in moto e guida lo yogin lungo il suo cammino. Indicano l'atteggiamento che adottiamo nei confronti di noi stessi.
Sauca: purezza, pulizia. Ha un aspetto esterno e uno interno. Il corpo va nutrito con cibi salutari, deve essere una fonte di forza e di energia. La purezza mentale viene perseguita con la pratica di yama. La purezza dell'agire giunge quando la mente e il corpo sono completamente assorti nel proprio compito; non c'è separazione tra attività fisica e mentale. Esercitarsi nelle pratiche yoga serve a ben poco se lo si fa con mente assente o desiderando di essere altrove.
Samtosa: contentamento. La capacità di accontentarsi di poco è essenziale nello yoga. Invece di lamentarci per qualcosa che non va, accettiamo ciò che è accaduto e impariamo da esso. Se non ci accontentiamo non riusciremo a darci la motivazione necessaria per creare quel silenzio e quella tranquillità essenziali nella pratica yoga.
Tapas: impegno. Tapas è tutto ciò che facciamo per mantenere il corpo in forma. Letteralmente significa "scaldare il corpo" e, così facendo, purificarlo. Le pressioni e le distrazioni della vita sono così forti e frequenti che i loro effetti non possono essere evitati in altro modo che correggendo continuamente la direzione della nostra consapevolezza perché non devii dal presente.
Svadhyaya: conoscenza di sé, indagine, avvicinarsi a qualcosa. Cioè studiare sé stessi. Lo yoga invita a leggere i testi antichi perché abbiamo bisogno di punti di riferimento. Gli Yoga Sutra di Patanjali possono aiutare.
Isvarapranidhana: la resa,deporre. Arrendersi ai metodi dello yoga. Con la regolarità della pratica questa resa diventa sempre più naturale, anche la preoccupazione di costruirci sicurezza e felicità.

mercoledì 4 settembre 2013

Il primo stadio dello yoga: YAMA

YAMA è l'osservanza dell'autocontrollo psicologico. E' il primo stadio dello yoga perché a tutte le nostre azioni sono sottese delle motivazioni. Yama comprende cinque tendenze di controllo, che non sono comandamenti morali assoluti ma sostegni psicologici per una mente salda, senza la quale non si otterrebbe nello yoga alcun progresso.
Yama ci rende consapevoli della natura potente e automatica del desiderio. Una volta consapevoli della tirannia distruttiva del desiderio, impareremo presto a lasciarlo andare semplicemente vedendolo per quello che è: una patata bollente.
Ahimsa: non fare violenza. Significa trattare gli altri con attenzione e considerazione, e anche trattare con gentilezza se stessi .
Satya: verità, onestà. Fa parte dell'onestà esaminare le proprie azioni, parole e pensieri e trattenersi dal distorcere in alcun modo la verità.
Asteya: non rubare, non prendere ciò che non ci appartiene.
Brahmacarya: continenza, meglio ancora è l'invito a instaurare relazioni che aiutino a camminare verso la verità suprema.
Aparigraha: non desiderare, prendere solo ciò che  è necessario e non sfruttare a nostro vantaggio le situazioni.

Secondo gradino dello yoga: NIYAMA

lunedì 2 settembre 2013

IL CORSO DI YOGA ADATTO A TE! (2)

Per ritornare sulle domande più frequenti rivolte dal neofita all'insegnante di yoga.
Godfrey Devereux, nel suo libro "Lo yoga ", scrive: "Lo yoga è bello per tre motivi. Innanzi tutto non richiede altro che ciò che già abbiamo: corpo, mente, cuore (oltre naturalmente alla volontà di esercitarsi e a una guida esperta). Non occorrono né un'attrezzatura né un luogo speciale, né null'altro del genere: solo un po' di spazio e un po' di tempo. In secondo luogo, lo yoga produce i suoi effetti non appena si comincia a praticarlo, e con il passare del tempo tali effetti si fanno più profondi, finché la mente e il corpo si disciplinano così armoniosamente da cancellare la confusione e il dolore, rimpiazzandoli con una generosa, inconfondibile sensazione di felicità. Infine tutti possono praticare lo yoga  e riuscire bene. Non è richiesto alcun particolare tipo di talento, intelligenza o creatività. E' accessibile a chiunque abbia voglia di praticarlo e di applicarvisi con costanza, indipendentemente dall'età, dalla salute e dalle capacità motorie."

Introduzione al libro "Lo yoga"
Godfrey Devereux
Oscar Mondadori.

domenica 1 settembre 2013

IL CORSO DI YOGA ADATTO A TE!

Molte persone mi scrivono che questo anno vogliono provare a fare un corso di yoga.
Io rispondo: "Perchè volete incominciare un corso di yoga?"
Pensateci! Non rispondete subito. Forse non è ancora il momento giusto, oppure adesso è arrivato il momento! E' importante farsi la domanda, anche se non c'è una risposta chiara.
L'inizio di ogni nostra attività necessita di entusiasmo, voglia di scoprire, mettersi in gioco.
Lo yoga è per tutti, soprattutto per le persone non adatte alle palestre, non competitive.
Il bello dello yoga è la scoperta di sé. Senza pregiudizi.

Le nostre lezioni di prova :
18 settembre ore 9-17-18,30-20,10
19 settembre ore 18,30
20 settembre ore 9,30 17,15
21 settembre ore 10-17

Danza Orientale
19 settembre ore 19,45

GIOCAYOGA
10 ottobre ore 16,30
bimbi da 5/11 anni

Abbigliamento comodo,portare un telo.

Vilma 339 5923425
Giulia 347 7363616

L'ALBERO DELLO YOGA. B.K.S. Iyengar

"In tutte le posture yoga sono richieste due cose: il senso di orientamento e il centro di gravità.
Molti di noi non pensano al senso di orientamento, eppure in ogni postura sono indispensabili sia il senso di orientamento sia il centro di gravità. Per mantenere il centro di gravità, tutti i muscoli devono essere in equilibrio fra loro. Se c'è una tensione eccessiva in alcuni muscoli, anche il centro di gravità si sposta. Forse però, per la vostra insensibilità, potreste non accorgervene. Insensibilità infatti significa che una parte del corpo è intorpidita, che non ha consapevolezza, ed è proprio in quel punto che ha inizio il dolore. Mentre eseguite la postura può darsi che non proviate dolore, ma il dolore viene dopo. Come mai in quel momento non sentivate il dolore? Prendete per esempio il dolore alla schiena che si prova dopo una postura piegata in avanti  come pachimottanasana. Se avete questo problema, la prossima volta che eseguite questa postura, fate in modo che una gamba tocchi il pavimento e l'altra natica sia appena sollevata, e che mentre un muscolo sacro-iliaco si distende all'esterno, dall'altra parte si distenda anche la parte interna del muscolo. Ciò è dovuto al fatto che un muscolo è sensibile e l'altro no; ciascuno di loro si muove infatti a seconda di come sono sviluppate la loro memoria e la loro intelligenza.

Lo sforzo, la consapevolezza e la felicità
Tratto da "L'albero dello yoga "
B.K.S. Iyengar
Ubaldini